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Antonella Stelitano racconta Le Donne di Cortina 1956, scritto con Adriana Balzarini

Due donne di cui l’Italia può andare orgogliosa: Antonella Stelitano e Adriana Balzarini.

 

Antonella Stelitano, Stella di Bronzo al merito sportivo del Coni e Cavaliere della Repubblica,  è membro della Società Italiana di Storia dello Sport, dell’Accademia Olimpica Nazionale Italiana e del Consiglio Nazionale del Comitato Italiano Fair Play. È autrice di diversi volumi con i quali ha vinto il Premio Bancarella Sport (2021), il Premio Nazionale per la Storiografia Sportiva Mario Alighiero Manacorda (2016) e per tre volte è stata premiata al Concorso Nazionale Letterario del Coni nella sezione saggistica. Tra le pubblicazioni più recenti: Le Nazioni Unite e lo sport. Dall’Utopia della tregua olimpica all’agenda 2030 (Cleup, Padova 2024); Una lama infallibile (Ediciclo 2020), Le Olimpiadi all’ONU. Le Nazioni Unite e lo sport dall’embargo all’Olimpismo (Cleup, 2012); Olimpiadi e Politica. Il CIO nel sistema delle relazioni internazionali (Forum 2008). Con Silvia Biasi ha scritto Volevo solo giocare a pallavolo (Ediciclo 2020); con Bortolato Q. e Dieguez A.M., Bicicletta, società e chiesa ai tempi di Pio X (Edizioni San Liberale, Treviso 2013) e Pio X, le Olimpiadi e lo Sport (Edizioni San Liberale, Treviso 2012); con Tognon J., Sport, Unione Europea e Diritti Umani. Il fenomeno sportivo e le sue funzioni nelle normative comunitarie e internazionali (Cleup 2011).


Donne giornaliste: Giovanna Mariotti, unica italiana accreditata in sala stampa ai Giochi Olimpici di Cortina 1956 (Archivio di Feliciana Mariotti, Cortina).
Donne giornaliste: Giovanna Mariotti, unica italiana accreditata in sala stampa ai Giochi Olimpici di Cortina 1956 (Archivio di Feliciana Mariotti, Cortina).

 

Per quanto riguarda Adriana Balzarini, Stella di bronzo al merito del Comitato Italiano Paralimpico, insignita anche dell’Award Domenico Chiesa nel 2018 e del premio Priz Communication Walter Perez Soto nel 2016, possiamo definirla una storica dello sport. Ex insegnante, si occupa in particolare di ricerca sui temi della donna e lo sport ed è vicepresidente vicario del Panathlon Distretto Italia di cui è anche Responsabile del settore culturale e femminile. Ha organizzato le mostre Emancipazione della donna attraverso i Giochi Olimpici e Donne e Automobilismo. È autrice di numerosi saggi e pubblicazioni, ed è presente a convegni sulle tematiche femminili dello sport e del mondo paralimpico. Esperta di storia dello sci, è stata Giudice di Gara Fisi per lo sci alpino e Commissario automobilistico per il Rally.

Queste due donne, carismatiche ed attivissime a livello culturale nel campo dello sport, si sono unite ed hanno scritto un libro a 4 mani, appena uscito nel mese di Ottobre, dal titolo Le donne di Cortina 1956dove  restituiscono voce e volto a quelle protagoniste, tracciando un puzzle corale di storie che si intreccia con l’avventura olimpica e la trasformazione sociale dell’Italia degli anni Cinquanta. Un libro affascinante, che racconta il volto femminile dei Giochi Olimpici invernali di Cortina 1956. Le prime Olimpiadi in Italia, nel boom economico del secondo dopo guerra, che hanno trasformato Cortina e l’hanno lanciata come località turistica a livello mondiale. Pubblicato da Edizioni Minerva e arricchito dalla prefazione di Deborah Compagnoni, questo volume raccoglie memorie, documenti inediti, fotografie e testimonianze in grado di restituire un affresco nuovo e sorprendente di quell’evento. Ne parliamo con una delle due autrici, Antonella Stelitano.


Le sorelle dello sci: da sinistra, Maria Grazia e Carla Marchelli (Foto gentilmente concessa da Carla Marchelli).
Le sorelle dello sci: da sinistra, Maria Grazia e Carla Marchelli (Foto gentilmente concessa da Carla Marchelli).

Qual è stata la scintilla o la motivazione principale che vi ha spinto a intraprendere questo scrupoloso lavoro di ricerca, specificamente focalizzato sul ruolo femminile a Cortina 1956, visto che, come indicate, su queste figure “non si è scritto molto allora e neanche dopo”?

 

Sicuramente la curiosità per le storie sportive delle donne. È un ambito che è stato

trascurato, considerato non importante, non afferente allo sport “vero”, che per molto tempo è stato considerato solo quello praticato dai maschi. Sono storie che, se non racconti, poi si perdono. Ma abbiamo raccontato anche le storie di donne che non hanno gareggiato, ma sono state ugualmente protagoniste.


Margherita Bottero (Foto gentilmente concessa da Aldo Mainero del Panathlon Club Cuneo, Francesca Bottero e Comune di Limone Piemonte).
Margherita Bottero (Foto gentilmente concessa da Aldo Mainero del Panathlon Club Cuneo, Francesca Bottero e Comune di Limone Piemonte).

 

Il libro si basa sulle storie, gli aneddoti e i ricordi delle protagoniste ancora in vita. Quali sono state le maggiori sfide nel rintracciare queste donne e i loro ricordi a distanza di quasi settant'anni dai Giochi?

 

È stata questa la sfida vera, perché di loro non si parlava e non si scriveva. Dico sempre che è stato come cercare di fare un puzzle con i pezzi sparpagliati nelle scatole degli altri puzzle. E’ una caccia al tesoro a 360°: non sai mai dove ti può capitare di trovare qualcosa. Noi abbiamo trovato materiali presso le poche protagoniste ancora in vita o i loro figli e nipoti, ma anche negli archivi di aziende che vestivano gli atleti o fornivano servizi, nei ritagli di giornale conservati in garage o in cassetti dimenticati…


Alcuni atleti della Nazionale svizzera in un momento di svago (Fonte: Archive of the Bally Shoe Factories Ltd, Schoenenwerd, Switzerland, © Comet-Photo A.G., Zurich).
Alcuni atleti della Nazionale svizzera in un momento di svago (Fonte: Archive of the Bally Shoe Factories Ltd, Schoenenwerd, Switzerland, © Comet-Photo A.G., Zurich).

 

Quale, tra le storie raccolte, vi ha emozionato o sorpreso di più durante il processo di ricerca?

 

Assolutamente tutte. Ognuna è una storia a sé. Da quelle delle grandi campionesse a quelle delle ragazzine che si occuparono delle premiazioni, sono tutti spaccati di vita del tempo.

 

Il libro mette in luce ruoli non atletici, come giudice di gara, capo delegazione, allenatrici, giornaliste, interpreti, e perfino una tedofora che ha accompagnato la fiaccola sui pattini. Qual è il ruolo non atletico che, a vostro parere, è stato il più significativo per l'organizzazione o l'immagine dei Giochi di Cortina 1956?

 

Ci è sembrato molto sottovalutato il ruolo dell’architetto Franca Helgg, che insieme ad altri due professionisti si occupò dell’immagine intera di Cortina introducendo, ad esempio, i pittogrammi per indicare le sedi delle gare. L’idea di una città che si veste a vesta per i Giochi nasce da lei e fu copiata già a Tokyo 1960.


Donne sugli sci nei manifesti dedicati a Cortina e alle Dolomiti (Treviso, Museo nazionale Collezione Salce – Direzione regionale Musei nazionali Veneto, su concessione del Ministero della Cultura).
Donne sugli sci nei manifesti dedicati a Cortina e alle Dolomiti (Treviso, Museo nazionale Collezione Salce – Direzione regionale Musei nazionali Veneto, su concessione del Ministero della Cultura).

 

Quanto è stato difficile per voi recuperare informazioni dettagliate sul contributo femminile ai Giochi in ambiti prettamente tecnici o creativi?

Direi che è stato difficile. Probabilmente ci sono altri materiali “nascosti” ancora da scoprire.  

Deborah Compagnoni, nella prefazione, accenna a “semplici ragazze di montagna” che si allenavano duramente. C'è un'enfasi maggiore sulle atlete o sui ruoli organizzativi nel vostro volume, e come avete bilanciato i due aspetti?

 

Non abbiamo enfatizzato nessun ruolo rispetto ad altri. Abbiamo semplicemente raccontato le loro storie in modo oggettivo. I loro racconti colpiscono senza aggiungere nulla.

 

Avete menzionato il ruolo delle “donne del Paese, impegnate a presentare al meglio questi luoghi”. In che modo il contributo della comunità locale femminile ha plasmato l'accoglienza e l'atmosfera dei Giochi del 1956?

 

L'Italia era uscita dalla guerra da pochi anni e Cortina era un paese di montagna, già noto agli sportivi, ma non era ancora una meta vip come diventerà dopo i Giochi Olimpici. Il luogo vide tutti impegnati al massimo con soluzioni semplici e di buon senso. Ognuno faceva quello che poteva per abbellire le case, rendersi disponibile a fare qualcosa. Quell’evento è ricordato ancora con affetto anche perché fu forse l’ultima edizione “a misura d’uomo”.


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Avete scelto di pubblicare il libro alla vigilia del ritorno dei Giochi Olimpici nella conca ampezzana. Quale messaggio o eredità di Cortina 1956, in termini di partecipazione femminile, sperate possa influenzare Milano Cortina 2026?

 

Se a Milano Cortina 2026 avremo tante donne atlete, dirigenti, in veste di allenatore, giudice, giornalista …, crediamo sia giusto ricordare che lo si deve alle coraggiose pioniere di quegli anni. Conoscere le loro storie è importante per capire il percorso fatto. È una questione di rispetto, di giustizia storica, di identificarle per il loro impegno.


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Quali differenze sostanziali notate tra la percezione e il ruolo delle donne nello sport nel 1956 e oggi?

 

Direi che oggi è normale che una donna faccia sport, anche dopo il matrimonio o dopo una maternità. A quei tempi no, e la stampa lo faceva notare. Ad esempio, nel film “Vertigine bianca” a un certo punto il narratore dice che la sera, al ritorno in albergo, le atlete tornavano ad essere donne e lavoravano a maglia o scrivevano cartoline a casa…come se lo sport non fosse cosa per loro. Ecco, da questo punto di vista le cose sono cambiate. Il divario resta se parliamo di dirigenza sportiva. Qui non siamo ancora allineati e c’è molta strada da fare.

 

Lei è stata premiata per i suoi lavori storiografici. Qual è l'importanza di affrontare la storia di grandi eventi come le Olimpiadi da una diversa prospettiva, come avete fatto lei e la Balzarini, per la storiografia sportiva in generale?

 

È importante perché le storie delle sportive sono state considerate spesso non meritevoli di attenzione. E se non le racconti, è come non fossero mai esistite.

 

Lisa Bernardini

 
 
 

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