Chi non si ricorda di una canzone che ha fatto il giro del mondo, “Vivo per lei”, che ha segnato un’epoca ed ha decretato il successo per un giovane gruppo di Firenze? Parliamo esattamente di trent’anni fa: facciamo un salto nella memoria. La giovane band si chiamava O.R.O. (acronimo di Onde Radio Ovest). Quella formazione musicale, formatosi nel 1993, ebbe un eco internazionale con questo pezzo, che all’inizio in verità si chiamava “Vivo per…”.
Degli O.R.O. si sono perse le tracce nel 2019 dopo un percorso di discreto successo ed alterne vicende.
“Vivo per lei” fu scritto nel 1995 da Mario Manzani, Mauro Mengali, Valerio Zelli per la parte musicale, ed Annamaria Alibani, accreditata con lo pseudonimo Giliath, ne scrisse il testo. Nella sua versione iniziale – dicevamo – il brano era intitolato “Vivo per…”. Fu interpretato dagli Onde Radio Ovest, di cui Zelli e Mengali sono stati la prima e la seconda voce, e fu pubblicato nell'omonimo album di esordio della band.
Dopo tre decadi, ancora oggi tutti canticchiano questo pezzo, che ha fatto il giro del mondo nonostante non ebbe subito presa tra il pubblico. Fu rilanciato grazie all'interpretazione in duetto di Andrea Bocelli e Giorgia: la canzone così rifatta si caratterizzò, rispetto alla versione originale degli O.R.O., per il minor romanticismo sia nel testo che nel titolo, cambiato da “Vivo per..” a – appunto - “Vivo per lei”. La lei di tale titolo, a cui chi canta dichiara di dedicare la propria vita, in realtà è la musica.
Nel corso della sua carriera Andrea Bocelli ha eseguito il brano in diverse lingue e con diverse partner.
Vogliamo ricordare, tra le tante versioni, quella in francese del 1997, in duetto con Hélène Ségara: "Je vis pour elle", che raggiungerà la prima posizione in Francia (per ben 5 settimane).
VIDEO DUETTO BOCELLI CON Hélène Ségara
Je vis pour elle
Per celebrare il lungo tragitto di questa canzone, cult ancora oggi dopo trent’anni dalla sua genesi, e che è appena uscita con una nuova versione sul mercato dal titolo “Vivo per...” 2024 (Maqueta rec. - Distr. Artist First), intervistiamo per i nostri lettori lo storico componente della prima formazione degli O.R.O., Valerio Zelli.
“Annuncio il ritorno ufficiale degli O.R.O. con un tour estivo e una nuova, fantastica versione del nostro brano storico”- esordisce Valerio.
Cantante, autore e compositore degli O.R.O., Zelli ha collaborato con alcuni dei più grandi artisti italiani come Marco Masini, Giancarlo Bigazzi, Enrico Ruggeri.
Valerio, con te abbiamo l’occasione di ripercorrere un bel momento di storia della musica. Cosa ricordi del periodo in cui sono nati gli O.R.O.?
All'epoca ero un carabiniere che, nei momenti liberi, si esibiva nei pianobar sognando un domani di avere l'opportunità di poter fare di un sogno un’opportunità di vita. Un po’ come avviene nei bei racconti, una sera fui scoperto da Mario Manzani, famoso produttore, chitarrista ed autore che lavorava a stretto contatto con Giancarlo Bigazzi. Mario mi propose un provino per una band che stava costituendo con alcuni dei più titolati turnisti italiani (Alfredo Golino, Cesare Chiodo e Bruno Zucchetti). Come spesso accade, quando si fa qualcosa che si ama davvero, mi approcciai al provino con estrema felicità. Sentirmi poi dire che ero confermato fu fra le più grandi gioie della mia vita: finalmente mi veniva data la possibilità di mettermi in gioco. Da lì il conseguente contratto discografico con Caterina Caselli (Sugar), culminato con un video in California nel deserto del Mojave con il nostro primo singolo “L'Amore è” ed il successivo Sanremo con la nostra “Vivo per…”, poi riproposta ed interpretata da Andrea Bocelli con Giorgia. In quel caso, con un testo diverso, scritto per l'occasione da Gatto Panceri.
La band degli O.R.O. ha avuto vicende alterne e formazioni mutevoli nel corso degli anni. Che cosa funzionava bene nel gruppo, e che cosa invece, ad un certo punto, non ha più funzionato?
Ci tengo a sottolineare che la band non si è mai sciolta. C’è però stato un periodo di cosiddetta “stanca”, dovuta all’uscita di alcuni elementi. Sai, non esiste sempre per forza una spiegazione precisa a certi avvenimenti. Succede che magari cambiano le progettualità dei singoli e le loro esigenze. Essendo noi stati, comunque, un gruppo di amici prima che di musicisti, abbiamo creduto di non ostacolare i voleri gli uni degli altri. E così, essendo tornata la voglia di riscrivere canzoni e di rimettersi in gioco ed in discussione, ho continuato il percorso artistico della band con nuovi musicisti motivati e desiderosi a loro volta di sposare il progetto. Certo, sono passati anni dal nostro ultimo disco, ma sono altresì convinto che fare un album tanto per farlo sia una decisione non troppo onesta verso se stessi e nei riguardi del pubblico, che invece merita sincerità e rispetto. Non è questo che abbiamo intenzione di proporre. Oggi, con l'uscita di “Mantra” nel periodo natalizio e di una nuova versione di “Vivo per… “, in questi giorni riarrangiata in versione orchestrale dal maestro Adriano Maria Maiello, gli O.R.O ripartono. È il trentennale: ricominciamo con nuove energie, motivazioni e nuove canzoni.
Parlaci di questa nuova versione “Vivo per..” 2024, uscita da pochi giorni. Con che tipo di formazione si ripropongono gli O. R. O? E in quali vesti ti vede protagonista questo ritorno?
La band è composta da musicisti con i quali c'è una vera e propria assonanza di idee e, di conseguenza, questo è un nuovo capitolo della nostra vita, nonché della nostra storia. Il mio ruolo è di cantante ed autore. Ovviamente, ognuno all'interno della band ha le proprie idee artistiche e musicali che è libero di proporre. Siamo pur sempre amici e non solo musicisti.
Sei Presidente dell'etichetta musicale MRI Music Records Italy e attualmente sei impegnato nel sociale come insegnante di canto per detenuti nel carcere di Foggia: come definisci quest'esperienza di vita?
Era da molto tempo che avevo il desiderio di adoperarmi nel sociale, anche se, a dire il vero, a tratti già mi ci ero avvicinato nell'arco della mia vita, grazie ad amicizie con alcuni dirigenti di quel mondo e di organismi statali ad esso collegati. Ad un certo punto ho proposto di poter dar vita ad una progettualità precisa. È così che è nato “Cantare in libertà”, aperto a coloro che avessero avuto voglia di parteciparvi. È stata una grande sorpresa vedere quanti di loro abbiano avuto desiderio di prendervi parte. Si è creato un corso con una quindicina di detenuti, alcuni dei quali già molto bravi nel canto, mentre altri erano alle prime armi. Alla fine il progetto è sfociato in un saggio aperto a tutti gli ospiti del carcere, e l’esperienza continuerà fino a dicembre prossimo. Credo che la fortuna di poter fare dei propri sogni un lavoro debba generare una sorta di gratitudine verso la vita stessa, ed a me “Cantare in libertà” è parsa l'occasione giusta per farlo, cercando di mettermi al servizio del prossimo. Cosa mi ha lasciato? La consapevolezza dell'apprezzamento delle piccole cose che, se anche tali, sono una preziosa, libera scelta. Il semplice annoiarsi dove si vuole è un privilegio che, ad esempio, le persone del contesto carcerario non possono detenere. Esistono valori che sono sacri ed irrinunciabili. Valori come il rispetto, la dedizione verso chi abbiamo vicino o la semplice comprensione degli altri. Spesso e volentieri ci dimentichiamo quanto tutto questo sia prezioso e formativo per un essere umano. Ho intenzione, inoltre, di aderire ad un progetto istituzionale volto a sensibilizzare il tessuto sociale nell’ambito della violenza fisica e verbale sulle donne. Credo sinceramente di essere migliorato nel tempo come uomo, nella consapevolezza che vivere dove e come si desidera sia un privilegio che richieda un sincero slancio verso chi questo privilegio non ce l’ha. Se non altro, come ringraziamento alla vita.
Per concludere, un saluto ai nostri lettori. Cosa ami della Francia? La conosci bene?
La Francia è un grande Paese all'avanguardia, sia nella tolleranza che nei diritti umani, e questo sarebbe già sufficiente per descriverla, senza contare le meraviglie artistiche, la sua storia e la bellezza che la circonda. Come non pensare per esempio alla Borgogna, terra di vini eccellenti, o a Parigi, patria universale del romanticismo? Sono stato in molti luoghi del mondo perché amo davvero viaggiare, e conoscere gente ed usanze. Devo riconoscere, però, che Parigi ha lasciato in me un ricordo bellissimo. Non ho mai avuto la possibilità di potermi esibire lì, ma – come si suol dire - mai dire mai. Sono convinto che le canzoni, e quindi la musica, siano un linguaggio comune che permette di comunicare e capirsi, creando una sorta di magia unica ed irripetibile. Da ultimo, vorrei salutare gli amici che seguono la vostra testata. Un ringraziamento sincero per questa chiacchierata, e per la gentilezza e professionalità con la quale mi avete ospitato.
Lisa Bernardini
"Vivo per..." 30 anniversario
data di uscita 5 aprile 2024
crediti
Autori musica: Mario Manzani, Mauro Mengali, Valerio Zelli
Testo: Annamaria Alibani
Arrangiamento symphonic version: Adriano Maria Maiello
Produzione artistica Valerio Zelli
Riprese vocali presso Studio Noteum (FG)
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