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I Bronzi di Riace: mito, leggenda, storia, archeologia



I Bronzi di Riace sono considerati tra i capolavori scultorei più significativi dell'arte greca e tra le testimonianze dirette dei grandi maestri scultori dell'età classica, ed alimentano da sempre interrogativi e fascino. Rinvenuti il 16 agosto 1972 nei pressi di Riace Marina, in provincia di Reggio Calabria, consistono in due statue di bronzo di provenienza greca databili al V sec. A.C. circa, pervenute in eccezionale stato di conservazione. Dal giorno del loro ritrovamento, tutto il mondo studia per capire almeno qualcosa dei misteri che si celano dietro a tanta meraviglia: da dove provengono, chi li ha realizzati, che cosa rappresentano. Oggi si possono ammirare al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, luogo in cui sono stati riportati il dicembre 2013, dopo la rimozione e il soggiorno per tre anni con annessi lavori di restauro presso Palazzo Campanella, sede del consiglio regionale della Calabria, a causa dei lavori di ristrutturazione dello stesso museo. Le storie sui Bronzi si rincorrono continuamente, tra scoperte archeologiche e scientifiche, e teorie non comprovate da fatti. Lo scorso 19 aprile, al Teatro Manzoni di Roma, la nostra testata ha assistito ad uno spettacolo davvero particolare, intitolato Il Viaggio dei Bronzi di Riace. Insieme al pubblico presente, abbiamo potuto conoscere, vedendoli muovere sul palco, protagonisti e parole straordinarie: le spiegazioni del noto archeologo reggino Daniele Castrizio, coadiuvato dal ‘visual designer’ Saverio Autellitano e dalle sue ricostruzioni in 3D, inseriti entrambi in una affascinante narrazione della serata, resa particolarmente intensa grazie anche ai versi dell’attrice Annalisa Insardà, e alle musiche e alle parole del musicantore Fulvio Cama (anche velista!) che – come ha ripetuto più volte nel corso della serata il conduttore Paolo Di Giannantonio - “Ripesca dai fondi del mare le storie dei miti, e le porta in riva”.



Il Viaggio dei Bronzi di Riace è una rappresentazione che ripropone le atmosfere della tragedia greca, e permette di entrare nei meccanismi della storia e del mito in maniera sicuramente unica. Trattasi di una produzione dell'Accademia dei Caccuriani per la promozione della Calabria, e sono già in programma altri appuntamenti in giro per l’Italia sulla falsariga della rappresentazione al Manzoni di Roma. Il Viaggio dei Bronzi di Riace dà una lettura – a tratti ipotesi di lettura - del mistero dei Bronzi: apprendiamo che vengono, e in questo senza possibilità di dubbio, dalla cittadina greca di Argos, nel Peloponneso (ce lo dice la terra di fusione), e chi li ha fusi sarebbe il noto scultore  Pitagora di Reggio. Argos: punto principale dei miti greci. E le due statue sarebbero state fatte dalle stesse mani. Alcune risposte ai tanti quesiti possibili sono state rivelate nel corso di una serata che ha ipnotizzato ed ammaliato, e di cui non vogliamo rivelare certo tutto ai nostri lettori, perché’ ci auguriamo che almeno una data dello spettacolo possano poterla vedere in giro per il Belpaese. Anticipiamo solo che abbiamo appreso la ragionevole certezza che i vincitori romani li portarono a Roma (quando Argos fu saccheggiata). E che ci sono fondati motivi – grazie a risultati di analisi scientifiche e a riscontri puntigliosamente trovati nella letteratura classica greca e latina  (sia dagli studi effettuati sui segni lasciati dagli attributi mancanti sulle statue che dallo studio dei documenti storici) – per ritenere che si tratti dei fratelli fratricidi Eteocle e Polinice. In particolare, secondo il Castrizio: il Bronzo A (il giovane) potrebbe raffigurare Polinice, mentre il Bronzo B (il vecchio) sarebbe invece Eteocle. Per trecento anni almeno, la teoria proposta suggerisce che i bronzi siano rimasti a Roma. Il messaggio dei Bronzi? Un messaggio di pace, di tipo politico: le guerre fratricide non hanno vincitori. Un messaggio, del resto, quanto mai attuale, non trovate? Le statue da Roma sono poi arrivate a Riace perché questo messaggio era forte. Qualcosa, ovviamente, nel mentre deve essere successo: gli studi sono ancora in corso e non sappiamo che cosa. Ci sono giustificate ragioni per ritenere che i due Bronzi facessero parte di un gruppo a 5, che in una scena teatrale statuaria hanno raccontato il culmine drammatico della contesa dei due fratelli per il potere a Tebe. Gli altri tre protagonisti che mancano sono la sorella Antigone, la madre Eurigania e l’indovino Tiresia.  Un terzo bronzo forse si trova in Grecia, in fase di restauro. Potrebbe trattarsi di Tiresia, dicono Castrizio e Autellitano. Gli altri due? In California, al Museo Getty….ma sono voci. Non trovate che tutto questo sia incredibilmente affascinante? La statua A, raffigurante un uomo arrabbiato (mostra i denti) portava in origine un elmo corinzio, collocato in posizione rialzata sulla fronte (come era consuetudine fare nella rappresentazione di un guerriero eroizzato) affinché si vedesse il volto altrimenti coperto. L'effetto realistico dei capelli, fusi uno ad uno, che si intravedevano da sotto l'elmo doveva essere notevole. Nel bronzo B l'artista non ha seguito gli stessi criteri adottati per l'altra statua; nella nuova scultura, infatti, la stabilità dell'elmo "appoggiato" sulla testa era garantita dalla forma innaturalmente allungata della calotta cranica, che però in tal modo manteneva saldo l'elmo sulla testa. Il bronzo B aveva tra la testa e l'elmo una specie di cuffia di cuoio. Questa sorta di caschetto in pelle è testimoniato da altri segni nel bronzo: infatti, le orecchie presentano il foro di un chiodo per fissare un elemento aggiunto a parte, e la barba è profondamente segnata da un incavo che sembra segnalare un sottogola allacciato sotto il mento. Il bronzo B, allora, è stato caratterizzato per farlo riconoscere dai contemporanei come uno stratega, un comandante di un'armata. Insomma, Il Viaggio dei Bronzi di Riace noi lo consigliamo. E ci piace concludere come un verso di una delle liriche di Cama durante lo spettacolo: “L’intera verità la sa solo il mare”.


Mito, leggenda, storia, archeologia…un racconto da non perdere. Per conoscere le nuove tappe di questo spettacolo, consultate il sito www.accademiacaccuriani.it

Lisa Bernardini

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