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Il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi

Il fratello Pietro si è intrattenuto con i giornalisti della Stampa Estera


Sit-in a Roma, qualche giorno fa, in ricordo di Emanuela Orlandi. Lo scorso 14 gennaio è stata la ricorrenza del suo compleanno, e l’appuntamento ha sottolineato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la sparizione di questa (tristemente nota) cittadina vaticana di 15 anni rimane ad oggi uno dei misteri più inquietanti della storia recente. Il colosso Netflix ha contribuito a renderedavvero internazionale la vicenda, con la miniserie Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi.



L’ultimo colpo di scena è recentissimo : il promotore della giustizia vaticana Alessandro Diddi e la gendarmeria hanno riaperto ufficialmente le indagini a distanza di quasi quarant’anni dalla scomparsa.


Ripercorriamo i sentieri della memoria. Andiamo all’ inizio di tutto : il 22 giugno 1983. La ragazza rientrava a casa dopo le lezioni di musica, ma ad un certo punto scompare. E a casa non tornerà più. Negli anni, implicazioni e sospetti hanno chiamato in causa lo stesso Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l'Istituto per le opere di religione, il Banco Ambrosiano, ma anche i servizi segreti di diversi Stati, la Banda della Magliana e finanche alcune organizzazioni terroristiche internazionali. La scomparsa di Emanuela fu collegata ad un’altra scomparsa, poco più di un mese prima: quella di Mirella Gregori. Anche lei, “evaporata”.


Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, si è intrattenuto il 17 gennaio con igiornalisti della Stampa Estera presso la sede di Via dell’Umiltà. C’eravamo anche noi de La Voce, e l’impressione che abbiamo avuto è stata di trovarci di fronte ad un uomo calmo e molto tenace, seppure provato da una vicenda familiare così tragica che nel corso del tempo ha avuto svariati segnali di una soluzione a portata di mano, ma poi mai trasformatisi in prova. Pietro ha parlato per oltre due ore.


Senza orpelli, diretto, confessando i momenti più brutti vissuti dalla sparizione della sorella, ma ancora speranzoso di scoprire un giorno la verità. Dai giornalisti presenti, molte le domande e le richieste di dettagli sulla recente (e inaspettata, anche per lui) riapertura delle indagini.

Una scomparsa inspiegabile, quella di Emanuela. Senza risposta certa dopo tutte le numerose piste che si sono avvicendate negli anni. Solo ipotesi. Un mistero inquietante dove la soluzione affonda le sue radici sicuramente - come ha detto testualmente Pietro, nell'ostinato "intreccio tra Chiesa, Stato e Malavita", che ha permesso che l'allora giovane cittadina Emanuela Orlandi sparisse per sempre tra le quattro mura del regno di ogni Papa: il Vaticano.

Dal lontano 1983, quando di Emanuela si sono perse le tracce, decenni sono passati ad invocare una sola richiesta: la Verità. Che fine ha fatto quellaragazzina di soli 15 anni?

Si trattò di terrorismo internazionale, di ambienti sessuali torbidi in senso ad una Chiesa malata, di ricatti indicibili? Di qualcosa che ha avuto a che fare con la morte di Licio Gelli? Tesi, quest’ultima, di cui è sicuro il figlio del noto banchiere: lo ha ribadito Pietro in conferenza. Ali Ağca, l’attentatore di Giovanni Paolo II, in che modo è collegato a questa vicenda? E la banda della Magliana che ruolo ha avuto in questa sparizione? Come mai un delinquente come Enrico De Pedis, uno dei capi della Banda della Magliana, è stato ritrovato sepolto nella basilica di Sant'Apollinare?


Tutti questi interrogativi - e molti, molti altri - sono stati dissepolti per l’occasione dalla memoria di Pietro. “Non voglio arrendermi al muro del silenzio. Continuero’ a cercare mia sorella fino a che non sapro’ che fine abbia fatto” – ha dichiarato più volte.

Un interrogativo che non gli ha mai lasciato tregua : “Dove sta Emanuela?”


Da quando è uscito il documentario su Netflix, Pietro ha ammesso di essere contento che se lo chieda un po' tutto il mondo: era una storia che molti lontano dall'Italia non conoscevano. Può sparire così nel nulla una 15enne cittadina vaticana?


Come nuove rivelazioni, Pietro si è lasciato sfuggire di una sedicente pista londinese che sta verificando, fornitagli da un ex NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) di cui ha dichiarato non farà mai il nome perché lo ha promessoalla sua fonte, ma che sembra attendibile.

L'ennesima pista, al momento. Porterà a qualche certezza?


Alla luce della recente riapertura delle indagini, Pietro continua a sperare di riabbracciare Emanuela (che crede essere viva). Oppure, che si possa piangere definitivamente su una tomba (dopo aver avuto le prove della morte).


Fino ad allora, questa Famiglia che abita da sempre in Vaticano e che inizialmente ha creduto di essere protetta dalla Chiesa (della quale non si fida più), continuerà a tenere viva la memoria di una terribile ingiustizia subita. E chiede alla stampa di non far cadere il buio sulla vicenda, e alla Chiesa di averefinalmente il coraggio della Verità.

Lisa Bernardini

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