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“Il Natale Segreto con Zeffirelli" – intervista a Gaia Zucchi

Gaia Zucchi apre per la prima volta il cuore e racconta il Natale vissuto accanto a Franco Zeffirelli, tra lavoro, silenzio, frittelle e un dolore antico.


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Attrice, autrice e voce sensibile della memoria artistica italiana, Gaia Zucchi torna a emozionare il pubblico con un racconto inedito e profondissimo. In occasione dell’evento speciale “Le Vicine di Zeffirelli”, che si terrà il 18 dicembre al Teatro Manzoni di Roma, Gaia condivide per la prima volta un ricordo privato legato al Maestro. Un frammento di vita rimasto a lungo taciuto, che oggi diventa testimonianza preziosa del loro legame umano e artistico.


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Romana “de Roma”, attrice preparata, donna vulcanica. Diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia, nel corso della sua carriera è stata protagonista di diverse pellicole, tra cui “Fermo Posta” di Tinto Brass e “I Volontari” di Domenico Costanzo. Ha partecipato a spot pubblicitari firmati da Paolo Virzì e Marco Risi, e in televisione conta numerose partecipazioni a fiction di successo come “Carabinieri”, “Distretto di Polizia”, “La Squadra”, “Camera Café” e “Le Iene”, il programma di Italia1 per il quale ha realizzato uno spumeggiante servizio coinvolgendo alcuni commercianti romani. In Teatro è stata diretta da registi del calibro di Attilio Corsini e Luca Ronconi. Il mondo di Gaia è esplosivo, frizzante, ricco di talenti. La si è scoperta recentemente anche scrittrice best seller con “La vicina di Zeffirelli”, la cui prefazione è stata firmata da Maria Giovanna Elmi. È uscita anche una versione ampliata del libro. Un premio ritirato da poco, “Fontane di Roma”, alla 41esima edizione, ed una chiacchierata inedita che Gaia regala ai nostri lettori in vista dello spettacolo evento al Manzoni.



Gaia, per la prima volta accetti di raccontare un Natale speciale, passato accanto a Franco Zeffirelli nella sua villa. Com’è nato questo ricordo?

Non l’avevo mai raccontato prima, forse perché è rimasto come una piccola ferita dell’anima. Un ricordo che custodivo da anni, e che ho scelto di lasciare fuori dal libro proprio per la sua delicatezza. Ma oggi sento che è giusto che il pubblico sappia anche questo lato così umano del Maestro. Era un Natale che nessuno immaginerebbe per lui. Un Natale senza scintille, senza quell’aura di festa che tante persone vivono con gioia. Accadde in un momento particolare della sua vita, quando la ricorrenza di dicembre, anziché portargli calore, riportava a galla una grande ferita: quella dell’alluvione del 4 novembre 1966. Quel giorno Firenze affondò.


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L’alluvione segnò profondamente il Maestro?

Profondamente è dire poco. La gente ricorda l’Arno che travolge Firenze, i libri infangati, le botteghe sommerse. Ma pochi sanno che quell’alluvione devastò un intero territorio: Pisa con il crollo del ponte Solferino, il lungarno Pacinotti che franò nell’Arno, la Maremma sommersa dall’Ombrone, interi paesi isolati e distrutti. Franco era toscano nell’anima. La sua è sempre stata una dichiarazione d’amore per la sua terra. Vedeva quella tragedia come un lutto personale. Il suo immediato istinto fu quello di fare, non di piangere. Così nacque il documentario “Per Firenze”, narrato dalla voce gigantesca di Richard Burton. Un atto d’amore e di denuncia, un’opera che portò nel mondo le immagini del disastro e aiutò a raccogliere fondi preziosi. Ma ogni dicembre, quella ferita si riapriva. E quel Natale ne è stato il simbolo.


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Come trascorreste quel Natale?

Lui lavorava. Non voleva altro. Diceva che solo la creazione lo salvava dai pensieri. La villa era immersa in un silenzio irreale, niente decorazioni, niente luci. Solo il rumore delle sue matite, dei fogli che voltava, dei ricordi che bussavano. Il pranzo fu frugale, quasi simbolico. L’atmosfera rarefatta, sospesa. A un certo punto, vedendolo provato, quasi vulnerabile, si è appoggiato a una chaise longue e si è addormentato. Io gli ho steso addosso una copertina di vigogna rossa che teneva lì vicino…e sono uscita in silenzio, lasciandolo riposare. Era un gesto semplice, ma oggi mi rendo conto che è stato uno dei momenti più intimi e veri che io abbia mai vissuto con lui.


Eppure c’è anche un ricordo dolce e divertente che riguarda delle frittelle!

Sì, perché lui aveva questa parte sorprendente: un uomo capace di sofferenze profonde e allo stesso tempo di una leggerezza disarmante. Passava ore in cucina a friggere frittelle di pastella. Le sue frittelle. Ancora oggi non ne ho mai mangiate di così buone. E aveva anche la sua ricetta segreta, che ora svelo. Dunque, nella ricetta delle frittelle di Franco Zeffirelli gli ingredienti erano: 150 g farina 00 - 1 uovo - 180 ml latte - scorza di mezzo limone non trattato - 1 cucchiaino di zucchero - 1 pizzico di sale - olio per friggere. L’ingrediente segreto? Un cucchiaino di vinsanto toscano, “per dare un profumo di casa”, diceva lui.


Parliamo dell'evento del 18 dicembre: hai radunato un cast di donne straordinario.

Sì, perché le donne che ho scelto non sono solo artiste: sono amiche, colleghe, compagne d’anima. Ognuna porta un tassello speciale, un frammento di vita, una sfumatura che arricchisce il racconto. Le ringrazio con tutto il cuore. E invito chi può ad essere presente, perché sarà un viaggio emotivo, affettuoso, sorprendente. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.


Il tuo libro ha superato le 10mila copie. È questo il traguardo più grande?

Le vendite sono state una sorpresa meravigliosa, certo. Ma la soddisfazione più grande mi è arrivata in un modo completamente diverso. Mentre ero in promozione, ho incontrato un gruppo di maestre lombarde che non conoscevano Zeffirelli, né Gesù di Nazareth. Mi è sembrato impossibile! Ma invece di fermarsi a un “non so”, hanno deciso di agire. Hanno organizzato, insieme alla loro diocesi, la visione integrale dello sceneggiato per tutte le classi elementari e medie. I ragazzi ne sono rimasti colpiti: mi hanno mandato disegni, riflessioni, ricerche fatte prima e dopo la visione. È stato commovente. Una delle maestre mi ha consegnato una scatola enorme di cioccolatini come ringraziamento. Una tenerezza infinita. Ecco, direi che questo è il mio vero premio. Questo Natale inizierò una dieta rigorosa per proteggere la linea e volermi ancora più bene, e  questi cioccolatini li conserverò con affetto e come simbolo di un incontro bellissimo.


Lisa Bernardini 

 
 
 

1 commentaire


Gisela Josefina
il y a 3 heures

Meraviglioso.

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