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INTERVISTA CON IL TENORE DEMURO


Francesco Demuro, eccellenza italiana al ”Concert de Paris”


Una chiacchierata, seppur breve, con un grande tenore come Francesco Demuro chiarifica subito - purtroppo – come certi talenti italiani siano osannati all’ estero e non siano affatto profeti in Patria.

Immaginate di essere inseriti il 14 luglio scorso in un gruppo ristretto di artisti internazionali, attentamente selezionati per far parte del “Concert de Paris”, uno dei più grandi eventi musicali al mondo che si svolge ai piedi della Torre Eiffel. L’occasione è la Festa nazionale francese: tutti in Francia quel giorno ricordano la presa della Bastiglia, ed il mondo in generale la Rivoluzione francese del 1789. Immaginate di essere un artista italiano tra i prescelti, e che in Patria nessuno faccia cenno a questa avventura memorabile: si parla di più di 100.000 spettatori presenti, e di oltre tre milioni di persone collegati per l’ occasione in diretta su Radio France e France Télévisions. In Italia, pero’ tutto tace. E questo è uno dei tanti esempi di silenzio su quel talento.


Francesco Demuro incarna uno di quegli artisti più o meno sconosciuti in Patria, ma osannati nel mondo. Da Porte Torres ne ha fatta di strada, ma tutta all’estero, dove è acclamato e riconosciuto come l’ erede di Pavarotti. Classe 1978, lo incontriamo al volo a Lugano, premiato alla lirica dallo Switzerland Literary Prize.

Ai piedi della Torre Eiffel, con decine di migliaia di persone davanti, la sua interpretazione di tre mesi fa è stata magistrale. Ancora una volta, una esibizione in carriera da incorniciare, perché quando sale sul palco Demuro, tutto diventa magia grazie ad una voce che è sicuramente un dono di Dio.

Questo ragazzo cresciuto in una periferia di una piccola cittadina della provincia di Sassari, ha intonato un memorabile “Nessun Dorma” dalla Turandot di Giacomo Puccini. Inoltre, in “duo” con il francese Ludovic Tézier, tra i migliori baritoni al mondo, ecco eseguire anche un magistrale “Don Carlos” di Giuseppe Verdi.


Parliamo della Francia e di questo magico evento che ti ha visto tra i protagonisti.

In Francia lavoro tantissimo. All’ Opéra Bastille come agli Champs Elysées.

E Parigi è una città di una cultura incredibile. Ci sono tre, quattro teatri d'opera che tutti i giorni rappresentano uno spettacolo di altissimo livello. Stiamo parlando di teatri stracolmi, dove vedi la fila per entrare. Meraviglioso. Sono tanto felice di lavorare in Francia.


Quale è la tua base da cui parti per i tuoi concerti in tutto il mondo?

La Svizzera. Ci vivo da un po' di tempo, circa due anni. Esattamente a Novazzano, un paesino vicino Chiasso. Da qui mi sposto con grande facilità ovunque. Malpensa del resto è vicinissima. Al concerto in Francia dello scorso luglio sono stato chiamato all’ ultimo momento, e mi trovavo proprio a Novazzano.


Che concerto è stato?

Con le più grandi star internazionali della musica lirica. In diretta mondiale. Una emozione incredibile.


Perché il silenzio in Patria sul tuo grande successo internazionale?

E’ vero, ed è qualcosa che mi rattrista e mi dà sofferenza. Io per esempio nel 2014 ho salvato il Metropolitan di New York per ben due volte, intervenendo in due recite, saltando all'ultimo momento sul palcoscenico. Purtroppo, devo dire che l'Italia non si accorge più dei suoi artisti nel mondo. Non si accorge più di quello che sta succedendo. Sono fiero della mia terra, e porto con orgoglio il nome del mio Paese in giro per il mondo, ma non ho mai avuto un'intervista in Rai. Quando sono arrivato in Svizzera, invece, qui immediatamente mi hanno voluto incontrare per conoscermi. Esiste una differenza abissale tra l’ Italia ed il trattamento che ricevo all’ estero. In Italia ormai si parla solo di gossip, o si vedono soltanto trasmissioni come il Grande Fratello.


Come è nata la tua carriera?

Sono di Porto Torres. Sono nato nel canto popolare. Avevo dieci anni. Ho girato tutte le piazze della Sardegna facendo canti folk. La lirica è arrivata a 29 anni, e mi ha rapito. Un agente per fortuna mi ha sentito. Ogni cosa nella mia vita è arrivata quando doveva. Ho il dono di questa voce, sono stato dotato di orecchio musicale, ho la musicalità. E poi ovviamente ho studiato tanto. Ho unito il dono naturale allo studio.


Sei definito l'erede di Pavarotti.

Io sono Francesco Demuro e sto scrivendo la mia storia. Pavarotti ha scritto la sua. E’ stato un punto di riferimento per tutti gli amanti della lirica, ed ovviamente per tutti noi. Io pero’ non sono lui, ho la mia originalità. E sto vivendo la mia vita.

Per quanto riguarda il futuro?

Faccio tanti progetti. Sto facendo una carriera lirica vera, di quelle fatte sulle tavole del palcoscenico. Ho contratti in tutti i più grandi teatri del mondo. La mia non è una carriera mediatica, perché non ho un agente che mi porta nelle tv. Dietro Carreras, Domingo e Pavarotti, del resto, c’è sempre stato un mondo di tenori bravissimi quanto loro, ma non noti al grande pubblico. Esiste un tipo di carriera mediatica ed una carriera che mediatica non lo è. La mia non lo è, e forse non mi interessa più di tanto averla.


Repertorio preferito?

Il mio. Il bel canto. Sono un belcantista. Un Donizettiano, belliniano soprattutto.


Lisa Bernardini

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