La sua passione era il giornalismo, e dopo averlo praticato in qualità di corrispondente della Stampa Internazionale, assorbita successivamente dalla Associated Press, Renzo Mario De Ambrogi decise di abbandonarlo per accettare l'offerta di un carissimo amico imprenditore, titolare della più importante azienda di concessioni francesi nel settore della profumeria. Da qui parte la carriera di un uomo straordinario, dalla vita invidiabile. Dall’ Europa all’ Africa, dalle Americhe a tutto l’ emisfero asiatico, Mario Renzo de Ambrogi ha girato il mondo più di una volta. Si puo’ dire che abbia quasi trascorso in aereo più tempo che sulla terraferma. Un manager di altissimo profilo, pluripremiato in carriera per l’ impegno nella diffusione del Made in Italy nel mondo e lo spessore imprenditoriale del suo operato. Anche oggi continua a non stare fermo sugli allori, e a dedicarsi ad un impegno culturale a tutto tondo. Attualmente èPresidente Onorario della Accademia filarmonica G. Casanova di Venezia e Vice Presidentedella Fondazione Giacomo Casanova, ed è attivo soprattutto in campo letterario. Il suo nome è legato indissolubilmente alla Famiglia Gucci, perché ha guidato a lungo la celebre Maison internazionale nei panni di Direttore Generale internazionale. In ogni intervista gli chiedono di parlare, infatti, di quel periodo lì. Ebbe anche il doloroso compito di seguire la celebre faida familiare che porto’, con il tempo - e con le liti - alla cessione del marchio.
Vogliamo con questa chiacchierata approfondire invece, una volta tanto, il suo legame con la Francia. E’ un uomo carismatico ed umile al tempo stesso, Renzo Mario. Chiede di darci un confidenziale “tu”.
Come te li ricordi i profumi francesi?
“I profumi erano di altissimo livello. Ho frequentato i migliori nomi della profumeria francese. Trattavo anche due rinomate case di Cosmesi, sempre francesi. Ovviamente,questo affascinante mondo profumato era diverso dal settore giornalistico, al quale ho dedicato la mia passione per alcuni anni”.
I tuoi primi tempi a contatto con i profumi? Proviamo a parlarne.
“I primi tre o quattro mesi li dedicai all'apprendimento del prodotto, del tutto nuovo per uno che pensava di fare il corrispondente di guerra. In quel periodo, era in corso la guerra di Corea e mi fu proposto di recarmi proprio al 38° parallelo. Non sono mai stato un uomo che cambia idea facilmente, ma forse… chissà… il destino a volte decide sul cammino della nostra vita. Dopo molti anni da allora, posso affermare che la mia decisione era destinata a portarmi verso le alte vette dell'imprenditoria”.
E poi cosa successe?
“Dopo essere rimasto nella prima azienda per oltre sette anni, venni chiamato alla direzione generale di una multinazionale inglese di cosmetici e profumi, nella quale vi rimasi altri quattro anni. Divenuto abbastanza noto nel settore, una multinazionale svizzera mi affidò anch'essa la direzione generale, nella quale vi sono rimasto per oltre un quinquennio. Dopo di ciò, ebbe inizio il più entusiasmante periodo della mia vita professionale. La prestigiosa Maison internazionale Gucci mi contatto’ per aggiungere una perla alla sua già esistente collana di articoli: un profumo che completasse il più grande gruppo internazionale di moda. Divenni il responsabile unico per la creazione della Gucci Parfums e, grazie alla mia precedente affermazione nel mondo, iniziai la grande impresa: la Gucci Parfums si diffuse in pochi mesi nei cinque continenti. Dopo il successo ottenuto, il profumo Gucci venne ceduto ad una finanziaria americana, quindi mi fu affidata la direzione generale internazionale della Gucci AccessoryCollection. Qui vi sono rimasto per oltre quindici anni. Furono gli anni in cui la Gucciraggiunse il successo mondiale, portando l'Azienda al primo posto delle classifiche, sia per l'immagine che per il fatturato”.
Una impresa incredibile!
“Sì. Io sono stato l'unico dirigente che ha vissuto la vera storia della Gucci Co. fino ai tragici atti che tutto il mondo conosce, vale a dire l’assassinio di Maurizio. Sono stati scritti vari articoli e anche libri da persone che non sono mai state in azienda, romanzando la vera ‘Gucci Story’. Per tanti anni i Gucci hanno fatto parte della mia famiglia, e spesso ho provato dolore nel leggere tante idiozie”.
Torniamo ai tuoi rapporti con la Francia.
“Nel 1982 decisi di organizzare, proprio a Parigi, una sede francese della Accessory Collection, diretta da un francese. Oltre ai nostri tre negozi di Faubourg Saint Honoré, Rue de Saint Honoré e Roux Royal. Dovevo recarmi spesso in quella che ritengo una delle più affascinanti capitale del mondo. ma non come turista . Da imprenditore che, da molti anni, anche prima della Gucci, frequentava la Francia”.
Come valuti la cultura francese rispetto a quella italiana?
“Personalmente le ritengo culture molto simili, se si considerano i contatti e i vari avvenimenti che le hanno legate l’un l’altra nei secoli. Dovremmo occupare molte pagine con riferimenti storici, parentele tra case reali e così via, ma ritengo impossibile trattare un argomento così vastonello spazio del nostro breve incontro”.
Per concludere, cosa vuoi dire ai francesi?
“Li ringrazio, perché la Francia ha avuto molto spazio nella mia vita professionale: è proprio inquesta terra che ho iniziato la meravigliosa scalata che mi ha portato al successo e a vivere unaesistenza movimentata e piena di grandi soddisfazioni”.
Lisa Bernardini
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