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Silvia Santori al servizio del Giornalismo in rosa


L'Associazione Occhio dell'Arte APS l'ha eletta a Dicembre scorso «Donna dell'Anno? 2021 nella kermesse "Storie di Donne", giunta all'alba della VIII edizione e dedicata al mondo femminile.


La categoria in cui ha primeggiato Silvia Santori è stata quella dell'Editoria


Il riconoscimento, per cause di forza maggiore, è stato dalla premiata ritirato materialmente solo a metà marzo 2022, all'interno della sede della Stampa Estera a Roma.


Sorridente, allegra, vitale. E bella. Decisamente bella. Che sia anche brava non vi è dubbio, ma il primo pensiero che sovviene quando incontri dal vivo Silvia Santori, nota giornalista e direttrice di giornali, è probabilmente questo. Gli studi fatti, i viaggi per il mondo, le tante esperienze che l’ hanno formata come donna: dietro una professionista di successo come lei, esiste un mondo intenso. La incontriamo a Roma, dove vive, in occasione della consegna di un riconoscimento che le è stato assegnato lo scorso dicembre dall’Associazione culturale Occhio dell’Arte APS per la sua attività giornalistica, ma non ancora ritirato per cause di forza maggiore. A metà marzo, in una sede neutra ma ritenuta adatta a questo passaggio veloce di consegne (la sede romana della Stampa Estera), quel premio Silvia lo ha materialmente ritirato.

La biografia ufficiale informa che è Direttrice di MIO, la testata per la quale ha ricevuto il Premio Storie di Donne ed. 2021 di cui sopra, dedicato al mondo femminile, ma è a capo anche della rivista ufficiale di Acqua&Sapone ( Eva Salute). Ha diretto il femminile Bella, poi la rivista ufficiale di Pomeriggio 5, Scoop, Tv Show. E’ stata capo redattore di Vip, Eva tremila mese, la rivista ufficiale di Grande Fratello e Gossip. Scrive di food e di salute per Eva tremila cucina e per Ok salute e Benessere.

Riusciamo a fare due chiacchiere al volo con lei: discorriamo brevemente del suo amore per il giornalismo e dello stato attuale dell’Editoria.



Il tuo amore per il giornalismo quando nasce?

“Ce l’ho da sempre. Anche da piccola curavo il giornalino della scuola. Ho sempre amato scrivere. Scrivevo i temi in 5 minuti, con molta facilità. Quando ero bambina, li dettavo pure al telefono per aiutare i fratelli maggiori delle mie compagne di classe, che michiedevano di fare temi al loro posto. L’incontro con il giornalismo è arrivato al mio ritorno dall’Inghilterra. Sono laureata in Scienze Politiche, ed ho fatto uno stage all’Ambasciata d’Italia a Londra, dove ho capito che la diplomazia non era la mia strada. Ho pero’ imparato l’inglese, anche grazie ad un Erasmus che ho fatto in Germania. All’inizio non parlavo il tedesco, e per sopravvivere parlavo inglese. Al mio ritorno dall’Inghilterra sono andata a prendere un aperitivo con un amico di una mia amica, che lavorava in un giornale ‘free press’. La carriera diplomatica non la volevo fare. Quando mi ha dettocasualmente, lui che era giornalista: ‘Perché domani non vieni in redazione?’, io ho accettato”.


Il tuo incontro professionale più significativo?

“Sono grata a tutte le persone che ho incontrato sulla mia strada e che hanno creduto in me: tutti loro mi hanno dato la possibilità di trasformare un’urgenza, quella di scrivere e comunicare la mia lettura della realtà, in un lavoro. Io la mattina mi sveglio felice, perché ho la quotidiana possibilità di dare combustibile alla mia passione. È un sogno realizzato: sono una donna grata. Soprattutto, sono grata a chi mi ha scelta per diventare direttrice delle riviste che dirigo attualmente. È stato un grande attestato di stima e di fiducia: non solo mi è stata data la chance di dimostrare cosa sapessi fare, ma anche quella di farmi conoscere e di crescere. Come persona e come professionista. E io questo non lo dimenticherò mai”.

Quanti lavorano alla realizzazione del giornale MIO?

“Siamo io, la segretaria, due grafiche, la correttrice di bozze. Poi, ci sono tutti i collaboratori esterni. Personalmente, del mio giornale mi leggo tutto. Anche l'Oroscopo e le didascalie. Qualunque cosa vi si trovi all’interno, perché ne sono direttore responsabile. Ha un stile, vario e con argomenti che spaziano in più campi di interesse, pur avendo un focus sullo spettacolo. Da grande volevo scrivere e lo sto facendo. Questo lavoro è il mio sogno realizzato, e lo curo con tanto amore”.

Il mondo della carta stampata oggi : in che stato si trova?

E anche qualche previsione futura.

“Purtroppo la carta stampata è in grandissima crisi e mi dispiace molto. Oggi i tempi della tipografia, i tempi comunque tecnici di un giornale, si scontrano con la velocità della nostra modernità, che è ‘fluida’. Queste sono anche le difficoltà con cui si scontrano riviste come la mia. Da quando il mio magazine va in stampa a quando escenelle edicole, passa qualche giorno. Le notizie, se io non sono capace a darle, diventano vecchie già quando sono state mandate in tipografia. Non fanno neanche in tempo ad uscire che sono superate.

E’ per questo che io come direttrice mi concentro soprattutto sulle interviste, perché le interviste non scadono mai. Cio’ che scelgo di pubblicare sono contenuti che magari online non si trovano perché ce l'ho solo io. Sono contenuti esclusivi, diciamo, Credo che la forza del mio giornale sia proprio questa: tratto storie e parlo delle persone più che del gossip. Certo, all'attualità purtroppo non posso stare dietrocome lo fa un quotidiano on line, però noi sopperiamo facendo degli approfondimenti, magari con degli esperti. Oltre alle interviste,trattiamo anche di viaggi e di luoghi, che ovviamente non si scontrano con la velocita dell'informazione. Sono le notizie che si aggiornano e che cambiano continuamente che noi non possiamo trattare. Abbiamo comunque una parte di attualità dove parliamo di quello che succede nel mondo, ma con un approccio che vuole essere un pezzo di approfondimento al tema o all’evento”.

Chi non ti sopporta?

“Mi piacerebbe avere dei nemici che mi affrontano a faccia scoperta :sarebbe molto più leale. Invece, io non ho nemici svelati. Non posso dirti pertanto i nomi di chi probabilmente, come si suol dire, mi butterebbe volentieri giù dalla torre, ma sono sicuramente persone che non sopportano la mia schiettezza, che è una mia grande dote. Sono una persona molto, molto schietta. Quello che penso, dico. E’ un pregio perché io ti faccio in ogni caso un favore: da me saprai sempre quello che penso.

Ritengo di avere tanti nemici nascosti, che magari vorrebbero essere al mio posto.

Il mondo dello spettacolo è purtroppo un brutto mondo: è molto falso. Sorrisi finti davanti, ma dietro te ne dicono di tutti i colori. Chi è sicuro dei propri mezzi non ha invidia. Sono gli altri ad averne, perché sanno di arrivare agli obiettivi in modi vari ma non meritandoseloattraverso il proprio duro lavoro. A questa tipologia di persone, chi ha talento e si applica dà fastidio. I mediocri, del resto, fanno sempre lobby e si raggruppano. Il mondo dello spettacolo lo conosco bene. Chi parla male alle spalle lo fa proprio di tutti. Parlano male anche del fidanzato o della fidanzata.

Ho un aneddoto da raccontare. Non conoscevo Diego Dalla Palma e mi ero fatta di lui una opinione preconcetta sbagliata: che non fosse una persona dalla profondità che invece in lui ho poi scoperto. Lo incontrai pensando di fare un'intervista sul trucco, ma finii per farciun'intervista sulla vita. Mi ricordo un suo pensiero che trovai subito meraviglioso, e che addirittura mi tatuerei: le persone intelligenti e di valore devono essere soddisfatte di stare indigeste alle persone di cui non hanno stima (la frase era un po’ più cruda, ma il concetto penso sia chiaro)”.

Chi sono le persone di cui ti vorresti liberare?

“Bella domanda. Beh, devo dire che nasco come una donnaprofondamente idealista. Oggi ti dico che ancora lo sono.

Sicuramente, pero’, nel corso della mia vita, ho incontrato personeche mi hanno profondamente delusa. Considero pertanto miei nemici tutte le persone che, probabilmente per vigliaccheria o per mediocrità,non hanno avuto il coraggio di essere leali con me. Che non hanno avuto il coraggio di affrontare anche un dispiacere che mi volevano dare, però facendolo in maniera leale. Potrei fare dei nomi, mapreferisco non farli. Di questa tipologia di persone ne ho incontrate tante anche sul lavoro”.

Lisa Bernardini

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