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YAN PEI-MING - Pittore di storie

A Palazzo Strozzi in Firenze si è appena aperta, e chiuderà il 3 settembre, una esposizione decisamente da non perdere : "Yan Pei-Ming" - Pittore di Storie.

Yan Pei-Ming, nato nel 1960 a Shanghai e recatosi in Francia all'età di 20 anni, è oggi uno dei più significativi pittori contemporanei.

In Francia tuttora abita, lavorando principalmente nel suo studio in un ex fabbrica di Ivry-sur-Seine. Vive tra Digione, Parigi e Shanghai.

Quando inizialmente è arrivato in terra francese, lo ha fatto per studiare all'École des Beaux-Arts di Digione. Successivamente ha frequentato l’Institut des hautes ètudes en Arts plastiques a Parigi. Ha poi vinto un concorso per entrare all’Accademia di Francia a Villa Medici a Roma, dove è stato borsista nell’anno 1993-1994. In Francia ha avuto inizio e slancio una carriera internazionale sorprendente, dove il talento si è unito alla profonda esperienza umana formatasi in tanti contesti diversi. Incluso il periodo della sua crescita in un tempio buddista desacralizzato.

L'artista franco-cinese, in ogni caso, ama sostenere: "Presumo di essere un artista cinese ed europeo, ma sono prima di tutto un artista".

I suoi anni giovanili prima di lasciare la Cina sono stati vissuti nel clima della Rivoluzione culturale: "Il mio primo giorno di scuola, la prima lezione che si faceva, come in tutta la Cina durante quegli anni, era un buongiorno con 'Evviva il Presidente Mao'. Era un obbligo per tutti".

Per questo Artista, le cui opere sono oggi acquisite da importanti collezioni d'arte e presentate in musei di tutto il mondo (è stato selezionato da importanti istituzioni artistiche come Musée du Louvre a Parigi, National Gallery di Pechino o il Museum of Contemporary Art di Tokyo), "Mao è una specie di laboratorio". È infatti sui suoi ritratti che Yan Pei- Ming dichiara di fare esperimenti e prove.

La exhibition fiorentina, con oltre trenta opere in grande formato, tocca molti dei temi a lui più cari. Una esposizione che dimostra, soprattutto, quanto lui sia un pittore di Storia, ma anche di storie (come dice il titolo), con risvolti intimi e privati (con ad esempio quelli sulla figura del padre e della madre.).

"Io racconto sia la storia antica che quella contemporanea, due dimensioni profondamente legate tra loro. L'attualità che racconto diventerà un giorno pittura di storia" - sostiene.

La storia ha chiaramente un ruolo fondamentale nel lavoro di Yan Pei-Ming, anche perché è governata dal conflitto tra la vita e la morte.

“Vale a dire l'idea della fine della condizione umana. Penso sia proprio questa lotta perpetua a commuoverci. La storia è una tragedia, crudelissima, che travolge l'umanità”.

Interessato ai grandi pittori, del cui lavoro continua a nutrirsi continuamente, quando era ancora in Cina conosceva l'Italia solo attraverso il ritratto di Monna Lisa ed i dipinti di Michelangelo. E a proposito di Monna Lisa, la cui figura realizzata e reinterpretata da Yan troneggia nel catalogo della mostra, vale la pena di soffermarsi in particolare per la grande emozione che suscita già il solo vederla dal vivo.

"Il ritratto è il centro del mio universo, e per me il soggetto stesso è la pittura, prima di tutto" - sostiene Yan Pei-Ming.

Nei giganteschi dipinti monocromatici di questo Artista (che siano rossi, in bianco e nero o grigi) - tra realismo e astrazione, profondità e movimento – fuoriescono,palpabili, incontenibili emozioni.

“Non si può dipingere senza emozioni” è il suo credo. “La pittura mi parla, parla allo spettatore, parla del suo tempo. Voglio essere un attore della mia epoca”.

Tornando a Monna Lisa: “Il ritratto è una riflessione sul passare del tempo. In questo caso, Monna Lisa rappresenta una metafora del tempo nel suo infinito”.

Yan Pei-Ming re-interpreta: “Non intendo praticare la nostalgia per la pittura antica: è solo un punto di appoggio per una rilettura. Si tratta di comprendere la potenza di Caravaggio e di precipitare immediatamente nella storia contemporanea”.

Nel consigliare vivamente di andare a visitare la mostra, senza anticipare al contempo troppi contenuti, vogliamo pero’ citare le parole stesse di Yan Pei-Ming al riguardo della Gioconda da lui pensata: “Il funerale di Monna Lisa significa seppellire Monna Lisa. Monna Lisa è un mistero, come la morte stessa”.

Quando nel 2009 Yan Pei Ming è stato invitato confrontarsi al Louvre con questa opera, ha ripensato il ritratto più famoso al mondo dipingendo il funerale della protagonista e inserendo nella scena la propria vicenda personale.

Ha ampliato il paesaggio dell’originale nelle due tele ai lati di Monna Lisa, ed ha collocato su una parete il ritratto del padre in ospedale, e allestito di fronte le proprie immaginarie esequie, rappresentandosi giovane.



Insomma: una delle opere più iconiche della storia inserita in un contesto privato, edaffrontando così il rapporto tra padre e figlio (uno degli archetipi primordiali), riuscendo a mettere in scena un accadimento innaturale: un vecchio padre che assistealla morte del proprio giovane figlio.

Pennellate intense. Uso sapiente del potere espressivo del colore,. Esplorazione della profondità delle emozioni umane, ma anche il confrontarsi con le sfide del mondo moderno. C'è davvero un talento raro e dai molti strati dietro Yan Pei-Ming, che ritrae sia figure umane - tra cui autoritratti, ritratti di celebrità, leader politici e personaggi storici – ma anche figure animali o scene di guerra e disastri umanitari.

La pittura è viva. Non è una carezza consolatoria, e può fuoriuscire anche con violenza. Come in questa mostra, che ci parla di pittura di Storia, ma anche di storie personali della vita dell’Artista, nelle quali ognuno di noi puo’ immergersi” – ha sottolineato in conferenza stampa Arturo Galansino, storico e critico d’arte, da diversi anni Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi. La Fondazione è organizzatrice di questa meravigliosa esposizione, la più grande mai dedicata in Italia all’artista franco-cinese. L’evento fa parte del progetto Palazzo Strozzi Future Art sviluppato con la Fondazione Hillary Merkus Recordati.

Yan Pei-Ming ha definito Palazzo Strozzi un luogo “straordinario, potente, fondamentale. Tutti gli artisti viventi contemporanei vorrebbero esporre qui, ma non è possibile. Occorre fare una scelta, e ringrazio chi mi ha scelto”.

D’ora in avanti, Yan Pei-Ming farà per sempre parte delle Gallerie degli Uffizi (vale a dire della collezione d’autoritratti d’artista più vasta e antica al mondo) : ha infatti donato un suo dipinto. Trattasi di un autoritratto in bianco e nero.



Frontale, perché “ho scelto di guardare il mondo”.

Circa l’aspetto profondamente emotivo della pittura, Yan ha le idee chiare: “Io voglio rilanciarlo. E’ molto importante per l’umanità”.

E’ indubbiamente un'esperienza visiva intensa e coinvolgente assistere a "Yan Pei-Ming" - Pittore di Storie, ed esplorare le sue riflessioni sulla storia, la politica e la condizione umana. Attraverso l’arte, l’Artista desidera stimolare il pubblico a riflettere su temi universali e a interrogarsi sulle complessità della società contemporanea, invitando gli spettatori a esplorare la profondità delle emozioni umane e a confrontarsi con le sfide del mondo moderno.

Numerosi i sostenitori di questa mostra : Fondazione CR Firenze (main supporter), Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Intesa Sanpaolo, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi, con il contributo di Città Metropolitana di Firenze. Ringraziamenti doverosi sono stati rivolti in conferenza stampa anche a MASSIMODECARLO e Galerie Thaddeus Ropac.

Ne manquez pas cette exposition !

Lisa Bernardini



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