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Zakia Seddiki: "Mama Sofia" e il ricordo di Luca Attanasio


Una bella signora elegante, con una voce dal tono calmo e un carattere che si intuisce volitivo: sicuramente, quella di Zakia Seddiki, vedova dell’ ambasciatore italiano Luca Attanasio ucciso nel febbraio 2021 in Congo (cf. LA VOCE N° 117, p.3) è una figura carismatica.


Grazie all’intercessione di Talal Khrais, corrispondente libanese della National News Agency (NNA) ed anche responsabile degli Esteri dell’Associazione Italo-Araba Assadakah con sede nell’Urbe, si è svolto il 17 ottobre un interessante evento presso la biblioteca dell’Associazione della Stampa Estera in Italia - a Via dell’Umiltà in Roma. Un incontro ad invito, utile a saperne di più sulla tempra ed il coraggio di questa donna di origini marocchine che continua - nonostante la tragedia che ha colpito la sua famiglia – a dedicarsi a encomiabili attività filantropiche.


Esattamente in Marocco i due coniugi si erano conosciuti, e condividevano oltre alla vita anche gli stessi ideali; nel 2020, ricordiamo che Zakia ha ricevuto il Premio internazionale Nassiriya per la Pace 2020 condiviso proprio con il marito.


Un grande amore: il cattolico Luca con la islamica Zakia, al di là del profilo istituzionale, hanno creato fin dal primo incontro una unione umana riuscita, perchè nel superamento delle barriere religiose sono stati l’esempio concreto che si puo’ amare e convivere nel rispetto delle diversità di fede. Sposati nel 2015 con il rito delle religioni miste, hanno vissuto un vero sogno, allietato dalla nascita di tre bambine, e purtroppo infranto il giorno dell’agguato, dove sono rimasti uccisi, oltre all’ambasciatore italiano, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista del World food programme Mustapha Milambo, che li accompagnava nella missione nella regione del Kivu conclusasi in tragedia.


Ha presenziato all’evento romano, che ha avuto un aspetto non troppo formale per far prevalere la spontaneità ed il linguaggio del cuore, l’ambasciatrice della Repubblica del Libano in Italia, S.E. Mira Daher, accolta dalla presidente della Stampa Estera,la giornalista turca Esma Çakir.



Tra i graditi ospiti, anche Padre Majid Maroun, rappresentante dell' Ordine Marianopresso la Santa Sede, oltre a numerosi colleghi giornalisti.


Ad aprire i dialoghi è stata S.E. Mira Daher, che in inglese ha ringraziato i presenti per l’occasione di parlare dell’importanza del ruolo femminile, fondamentale soprattutto in determinati Paesi dove la Donna non ha i diritti di quella occidentale. Inevitabile il riferimento al momento storico che stiamo vivendo, che vede affiorare sui media ogni giorno la sofferenza e le lotte civili delle donne iraniane. Convinta delle vigorose energie del mondo in rosa, S.E. Mira Daher ha sottolineato il concetto che le donne diventano forti nel momento in cui si uniscono e quando comprendono cosa vogliono realizzare nella loro esistenza, sia come esseri umani singoli che come parte di un contesto societario. Un primo importante passo, questo, per dare potenza alla loro voce in generale.


In poche parole, l’ambasciatrice ha specificato che sia gli uomini che le donne è necessario che si uniscano attorno ad un tavolo, per parlare e comprendere davvero il ruolo decisivo di queste ultime, troppo spesso emarginate, ma che continuano a portare avanti imperterrite famiglia e società, soprattutto in molti Paesi emergenti. Le Donne, pertanto, come fulcro della famiglia e di conseguenza motore della società civile.



A seguire, sono risuonate toccanti le parole di Zakia Seddiki, che hanno ricordatocome il marito fosse un diplomatico sempre attivo al fianco della Cooperazione italiana, e di quanto i loro sogni insieme continuino anche dopo la tragedia che è accaduta.

Zakia, infatti, prosegue infaticabile nel portare avanti grandi progetti di tipo umanitario, con contributi concreti dagli effetti immediatamente tangibili.L’Associazione da lei fondata, “Mama Sofia” - dove il marito le stava a fianco (un marito che lei sostiene di continuare a sentire vicino come presenza “viva”, avvertita inconfutabilmente anche dopo la sua scomparsa) - in occasione della prima ricorrenza dalla scomparsa di Luca Attanasio è “rinata” come Fondazione, occupandosi in modo particolare di dare importanti aiuti a bambini di strada che vivono nella Repubblica Democratica del Congo. Ma non solo lì. Il motivo dell’incontro fortemente voluto da Talal Khrais, infatti, è legato ad un recente intervento umanitario di “Mama Sofia” rivolto all’infanzia del Libano, e la gratitudine dell’Associazione Italo-Araba Assadakah è stata immensa, con sincero desiderio di omaggiare Zakia per la sensibilità e generosità dimostrate in un primo step rivolto a sostenere la formazione scolastica anche di questi bambini.

“Mama Sofia”, pertanto, come testimone di umanità: una Associazione nata in Congo, che si è sviluppata in una fondazione in memoria di Luca Attanasio, sempre più intenzionata pertanto ad intervenire ovunque ci sia bisogno, unendo cuori e persone.

Restano sullo sfondo della vicenda-agguato all’ambasciatore le responsabilità da provare. Ed un processo da seguire, che è agli inizi, sperando che siano consegnati alla giustizia i veri responsabili.


Nel frattempo, onore alla vedova Zakia Seddiki, augurando i migliori auspici alla sua “Mama Sofia” . Nel nome di suo marito Luca. Nel nome di tutti i bambini che soffrono e che hanno diritto ad un futuro. Nel nome dell’Amore, che regala sempre un sorriso laddove ci sono lacrime.

Per ulteriori informazioni sui progetti di “Mama Sofia”, si puo’ consultare il sito ufficiale www.mamasofia.org

Lisa Bernardini


Zakia Seddiki

Da sinistra: Esma Çakir - Zakia Seddiki - Mira Daher

Una delle foto di gruppo con da sinistra Padre Majid Maroun

Foto di gruppo : Zakia Seddiki -Talal Khrais - Lisa Bernardini

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